La Chiesa ?Santi Constantino ed Elena? di Victoria albergò di recente il Festival ?La Parola Edificante?. Ottanta bambini di varie province di Romania, ma anche rappresentando chiese ortodosse di Serbia, Bulgaria, Grecia, Russia, Siria ed Ucraina provarono di far uscire suoni armoniosi d?una semplice tavola di legno. Organizzato sin dal 1995, la gara è diventata una tradizione. Con decorrenza dal 2005, varcò i confini per diventare un evento internazionale.
L?acustica è tutto
Secondo il prete Octavian Smadu ?ci sono bambini con un peculiare senso della musica, ciò che ci costrinse ad accordare più importanza alla purezza del suono. Oltre l?interpretazione ed i vestiti ciò che conta e l?acustica?. L?edizione di quest?anno fu albergata dalla nave stessa della chiesa. Padre Smadu interrompeva ogni tanto la gara per rintracciare la storia di quest?impressionante costume ortodosso.
Il simandro si sente dal Canada
Il numero di virtuosità di Radu Gavrila, di nove anni, strappò gli applausi frenetici dell?audience. Lui suona il simandro dall?età di tre anni. Sebbene timido, vinse le due ultime edizioni.
Bogdan Tanasie, avente la stessa età, suona da due anni il simandro ogni volta che ha l?occasione. Il bambino vive nel Canada e visita sempre il suo nonno a Victoria nelle vacanze. L?anno scorso vinse una menzione che lo motivò per l?edizione di quest?anno. ?Nel Canada la chiesa è molto lontana dalla nostra casa. Ecco perché suono il simandro in casa mia. Mio nonno mi portò dal prete affinché lui m?insegnasse a suonare? confessa Bogdan.
Gli ortodossi s?esercitano di più
Il prete Kerpenisan Dragan, rappresentante della comunità serba di Cenad (provincia di Timis) è alla sua prima partecipazione e si dichiarò impressionato dal livello della gara. ?Noi abbiamo ancor molto ad apprendere, specie perché, secondo le nostre tradizioni, suoniamo il simandro solamente nella Notte della Resurrezione. Sara perché gli ortodossi hanno più opportunità
d?esercitarsi di noi?.
Il tempo del simandro
Il simandro è una tavola di legno o di ferro, usata nelle chiese e nei monasteri per segnare le ore della preghiera. Il simandro viene colpito con due piccoli martelli, in una maniera ritmica e musicale. Quello in legno ha due versioni: fisso e portatile. Quest?ultimo è d?abitudine lungo 2-3 m ed ha 20 cm di spessore; i monaci e le monache lo portano nella mano sinistra e lo martellano con la destra, durante la ritornata. Il simandro portatile è martellato con una sola mano, mentre quello fisso con le due. Il simandro in ferro, alla pari della campane classiche, è usato per segnare il tempo della Pasqua. ?Il tempo del simandro? significa le 4 del pomeriggio per annunciare i vesperi. Il simandro viene usato sia nelle chiese ortodosse che in quelle greco-cattoliche. Viene montato nel campanile oppure sotto la tettoia della chiesa. Il simandro non sostituisce le campane, di modo che si possono usare simultaneamente. Viene di solito suonato all?inizio dell?uffizio oppure durante le cerimonie notturne, ma ce ne sono variazioni a seconda della parrocchia. Una vera arte si sta sviluppando oggi intorno a questi strumenti religiosi.
Ovidiu EFTIMIE